Continua a tenere banco la questione dello sviluppo di motori che possano essere più sostenibili ma che non perdano la potenza e l’efficienza di quelli tradizionali. Andiamo a scoprire i segreti di questo progetto.
Il mercato delle quattro ruote è entrato in crisi nel corso degli ultimi anni, e tra i motivi delle sue difficoltà c’è senza dubbio una svolta green che non ha prodotto i risultati sperati. I costruttori hanno speso miliardi per produrre auto elettriche che nessuno vuole, o che vengono acquistate solamente in minima parte. Guardando all’Europa ed alla parte occidentale del pianeta, non c’è un solo produttore di sole auto ad emissioni zero che sta trascorrendo un periodo positivo.
Solamente la Cina, ma con una minima parte dei suoi ben 129 marchi, ha creato un business vero e proprio attorno al mercato dell’auto elettrica, ma ora è in arrivo una rivoluzione che potrebbe cambiare in tutto e per tutto il mondo dei trasporti, anche se non si fa riferimento a quelli via terra. Secondo quanto riportato sul sito web “ElDiario24.com“, c’è un rivoluzionario motore attualmente in fase di sviluppo sulle navi, che ha una storia vecchia di ben 500 anni. Scopriamo il suo funzionamento.
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Motore, Cargill e la svolta sulle navi con la vecchia tecnologia
Il gigante marittimo Cargill ha stupito tutti con una novità interessante, che in realtà proviene dal passato. Parliamo del WindWings che risale ai tempi degli inglesi, basato su un set di vele rigido e di grandi dimensioni, e che è stato adottato da questa compagnia di navigazione nel corso degli ultimi mesi. A sfruttarlo è stata la nave Pyxis Ocean, che si è occupata di effettuare il test con vele fisse e solide, che hanno cooperato tra di loro per la bellezza di sei mesi.
Questo ritorno al passato è stato un successo, permettendo alla nave di spostarsi in modo facile e pulito, senza inquinare con il suo spostamento. Secondo quanto reso noto dall’azienda, il test è stato molto positivo ed ha mostrato al meglio il successo dell’energia eolica, che può ridurre, anzi annullare del tutto, le emissioni di carbonio. Occorre ora espandere l’utilizzo di questa tecnologia a più navi della flotta, così da ridurre realmente l’impatto a livello di ambiente.