Si parla di continuo di motori rivoluzionari e di nuove tecnologie, ma oggi vi proporremo una novità clamorosa che si ispira al passato. Scopriamo cosa è stato da poco reso noto.
Al giorno d’oggi, l’obiettivo dei marchi automobilistici è quello di riuscire a limitare le emissioni di CO2 senza però perdere in efficienza ed in potenza, mediante l’utilizzo di un motore che possa essere considerato rivoluzionario. L’elettrico non sembra poter essere la soluzione migliore, almeno stando ai risultati di oggi, con le auto ad emissioni zero che continuano a deludere sotto il profilo delle vendite.
Inoltre, c’è da sottolineare che l’inquinamento atmosferico, come ben noto, non deriva solamente dalle auto, ma dalla totalità dei mezzi di trasporto, e trovare una soluzione che possa mettere d’accordo tutti è quasi impossibile. Tuttavia, una soluzione che arriva dagli USA potrebbe rivoluzionare del tutto il mondo dei trasporti, una novità a dir poco eccezionale che deriva dall’utilizzo delle stampanti. In particolare, tutto è collegato alla stampante 3D, che potrebbe dare vita ad una rivoluzione epocale nel mondo dei trasporti. Andiamo a scoprire questa novità che ha dei forti legami con il passato.
Motore, ecco l’RL10 che si stampa in 3D per tutti i mezzi
Pensate che la soluzione di cui vogliamo parlarvi trae le proprie origini dal 1962, quando l’azienda Aerojet Rocketdyne lanciò il motore RL10, e negli anni si è occupato di alimentare i pezzi di hardware militare e di aiutare le astronavi nell’esplorazione dei vari pianeti. Da quel momento in poi, è stato perfezionato sotto tutti i punti di vista, sino ad arrivare alla sua versione più aggiornata, la RL10E-1. In questo caso, c’è una grande differenza rispetto al passato, dal momento che presenta una camera di spinta che è stata progettata in rame, e che è stata stampata del tutto in 3D.

In questo modo, sono state ridotte del 98% le parti integrate nella struttura, ed il motore risulta essere meno complesso in fase di progettazione, abbattendo i costi ed i rischi di problemi di affidabilità. Questo motore per le navicelle spaziali è ad idrogeno, ed è stato consegnato alla ULA, ovvero la United Launch Alliance. Tale propulsore è anche caratterizzato dal fatto di avere più riavvii, con la navicella che lo monta che può avere accesso a più orbite durante un singolo volo. Anche la NASA utilizza questa tecnologia, che potrebbe arrivare su tutti i mezzi.