Michael Schumacher lotta ormai da anni per la sua vita a seguito dell’incidente avvenuto nel 2013 sulle nevi di Meribel. Un suo ex compagno di team ha raccontato un aneddoto di cui non eravamo a conoscenza.
Sono trascorsi oltre 11 anni dal dramma che si verificò il 29 di dicembre del 2013 sulle nevi di Meribel, una data che ha cambiato la vita di Michael Schumacher ed, in parte, anche di quella dei suoi tifosi. Il sette volte campione del mondo è piombato, all’epoca, in una difficile condizione clinica, che lo ha visto sparire dalle scene. Ricordiamo che, dopo gli interventi chirurgici successi all’impatto con le rocce, non abbiamo più avuto notizie ufficiali o aggiornamenti dalla famiglia dal giugno del 2014. All’epoca, fu reso noto che il sette volte iridato era uscito dal coma e che avrebbe proseguito a casa la riabilitazione.
In questo lungo periodo, lungo oltre un decennio, abbiamo assistito a speculazioni, battaglie legali e diversi altri episodi loschi, che hanno visto coinvolte molte persone, alcune delle quali anche vicine alla famiglia. La moglie Corinna Betsch ha deciso di mantenere il più assoluto riserbo attorno a suo marito, in modo da proteggerlo dagli avvoltoi. Nelle ultime ore, un ex compagno di squadra di Schumacher ha deciso di rompere il silenzio, raccontando un curioso retroscena. Qualche anno fa avanzò una richiesta alla famiglia, per cercare di offrire il suo aiuto.
Schumacher, quella proposta rifiutata di Riccardo Patrese
Tra i compagni di squadra avuti in carriera, Michael Schumacher ha condiviso il box anche con il nostro Riccardo Patrese, nel lontano 1993 alla Benetton. Il pilota italiano era all’ultima stagione in carriera in F1, dopo essere divenuto vice-campione del mondo al volante della Williams. In diverse interviste successive al ritiro di entrambi dal Circus, Patrese aveva rivelato che era rimasto in contatto con il Kaiser di Kerpen, con il quale era rimasto in ottimi rapporti, che andavano anche oltre la pista.

Intervistato dal “Daily Mail“, Patrese ha raccontato quanto accadde qualche anno fa con la famiglia Schumacher: “A volte, capita che le persone che vivono questo tipo di situazioni sentano una voce, alcuni ragazzi si svegliano riconoscendo una voce familiare. Ho chiesto a Corinna se volevano che andassi lì e che provassi ad aiutare, se potevo, ma mi hanno detto di no, grazie. Lo avrei fatto, ma loro non hanno voluto. Mi dissero che non era il momento, e quel momento non è poi mai arrivato“.