L’azienda Marelli, in passato nota come Magneti Marelli, fa parte da anni del gruppo giapponese KKR, ma ora ha presentato una procedura volontaria di fallimento. La situazione si complica per i migliaia di lavoratori.
Il settore automotive si conferma in grave crisi, e di aziende in seria difficoltà ne contiamo in numero sempre maggiore. Ora è la ex italiana Marelli ad appellarsi al Chapter 11 della Corte fallimentare degli Stati Uniti d’America per il distretto del Delaware. La vecchia Magnetti Marelli, divenuta Marelli Holding nel 2019, quando è stata acquisita dal gruppo KKR, con la sede che è stata trasferita a Saitama. 
Il passaggio per la procedura sopracitata è stato sostanzialmente obbligatorio, dal momento che Marelli Holding aveva accumulato un grave debito da 4,9 miliardi di dollari, ed ora è complicata la situazione dei 46 mila dipendenti sparsi in giro per il mondo. Si rischia anche una cessione, con il gigante indiano Motherson che si è fatto già avanti per l’acquisizione, senza però riuscire ancora oggi a trovare degli accordi con i creditori. KKR, nel 2019, aveva acquisito Marelli da FIAT-Chrysler per qualcosa come 6,2 miliardi di euro, per poi fonderla con la giapponese Calsonic Kansei.
Marelli, ecco la complessa situazione di migliaia di lavoratori
L’80% dei credito ha appoggiato quanto deciso, ed è stato garantito un impegno di 1,1 miliardi di dollari per permettere di proseguire la produzione, con l’obiettivo, sul lungo termine, di ritrovare equilibrio sul piano finanziario. David Slump, il presidente ed amministratore delegato di Marelli, ha così dichiarato: “Dopo un’attenta analisi delle alternative strategiche dell’azienda, abbiamo scelto di puntare sull’avvio del Chapter 11, ovvero la strada migliore per rinforzare il bilancio di Marelli, convertendo il debito in capitale proprio, garantendo la continuità operativa. Potremo ora accedere ad una liquidità aggiuntiva per finanziare la nostra crescita a lungo termine e la nostra innovazione“.
Ovviamente, per i lavoratori non è un momento facile, visto che in Italia conta ben 10 impianti e la bellezza di 6 mila dipendenti, e l’incertezza è tenuta sotto stretta osservazione da parte dei sindacati e del Governo. Diverse aziende attive in Italia si riforniscono dalla Marelli, come anche il gruppo Stellantis. Dunque, la notizia è decisamente negativa, e la speranza è che le cose possano sistemarsi in fretta, per evitare nuove problematiche per i lavoratori, che già da tempo sono a rischio.
