Il gruppo Stellantis ha licenziato migliaia di lavoratori in questi anni a causa di una crisi che sembra senza fine. Ora c’è di mezzo un’altra azienda che sta causando non pochi malcontenti.
Per il settore automotive sono tempi durissimi, e ciò è ovviamente valido anche per i lavoratori, costretti a vivere nella paura di finire in cassa integrazione o di essere licenziati. Stellantis è uno dei gruppi peggio messi, ed il nuovo CEO Antonio Filosa avrà il suo bel da fare per cercare di risolvere una situazione fattasi molto delicata. L’ex amministratore delegato Carlos Tavares ha commesso alcuni errori nella sua gestione, che rischiano di ripercuotersi anche sul futuro.
Il gruppo vive una fase di difficoltà con la quasi totalità dei propri marchi, e tra di essi, ci sono anche Lancia e Maserati, forse i due che sono messi peggio in assoluto. Nel frattempo, Petronas ha perso la storica commessa Stellantis sull’olio Selenia, e ci sono ben oltre 500 lavoratori a rischio del proprio posto di lavoro in Italia. Di certo, non era ciò che ci voleva, ed è un ulteriore aspetto da sistemare per evitare che mezzo migliaio di persone perdano presto la loro occupazione.
Stellantis, Petronas perde la commessa sull’olio Selenia
La storica partnership si concluderà alla fine del 2025, dopo oltre un secolo di produzione. A subentrare sarà la francese Total, e questa è ovviamente una preoccupazione. A rischio ci sarebbero gli stabilimenti italiani Petronas di Napoli e Torino, con ben 520 dipendenti che vedono il loro posto di lavoro vacillare. Petronas, multinazionale malese con sede a Kuala Lumpur, ha perso la commessa Selenia, che per oltre 100 anni ha collegato l’ex FIAT Lubrificante a quello che oggi è noto come gruppo Stellantis. La produzione di quest’olio motore iniziò la bellezza di 112 anni fa, e dal primo di gennaio del 2026 sarà in mano alla Total.

Quest’ultima si è aggiudicata la nuova gara di fornitura, indetta proprio dal gruppo Stellantis. Ancora una volta, quanto fatto dal gruppo diretto da John Elkann rischia di causare gravi conseguenze in Italia, l’ennesima decisione, almeno per ora, considerare che non può che agitare i dipendenti. La Uilm ha subito espresso forte preoccupazione per i lavoratori, ben 450 occupati a Villastellone, nei pressi di Torino, e 70 a Napoli. Anche l’indotto locale legato a questi siti di produzione è ovviamente sotto attacco. Vedremo come verrà gestita una situazione che, di certo, non si è messa per il meglio.