Il Gruppo Stellantis, nato dalla fusione tra FCA e PSA, non sta ottenendo i risultati sperati con l’elettrico. Vediamo come andranno le cose in futuro.
Durante il Future of the Car Summit organizzato dal Financial Times a Londra, John Elkann, presidente di Stellantis, ha lanciato un grido di allarme: “L’Europa deve decidere se vuole essere un Continente che costruisce automobili o che si limita a comprarle”, ha avvertito il nipote di Gianni Agnelli. Sono ormai due anni che il Gruppo Stellantis è in crisi e a parlare sono i dati delle vendite, che hanno portato a forti flessioni in borsa e a un futuro incerto, alcuni dati che indicano una flessione del 16,2% rispetto al 2024.
In Italia, le immatricolazioni sono diminuite del 9,9% nel 2024. A causa della crisi, purtroppo, e dell’eccessiva iper-regolamentazione del settore automotive c’è una mancanza di una visone strategica per garantire un futuro all’industria dell’auto in Europa. Luca De Meo ha affiancato Elkann nella critica all’attuale quadro normativo europeo. “Dobbiamo parlare di strategia, non di regolamentazione – ha detto l’ad che guida il Gruppo Renault – Siamo chiamati a rispettare oltre 100 regolamenti entro il 2030. Questo aumenta enormemente i costi e rende quasi impossibile la produzione redditizia di auto piccole, che pure sono essenziali per il mercato europeo”. Elkann ha ricordato che radici dei brand di Stellantis e Renault sono nelle piccole auto.
Anche la Premier Giorgia Meloni, consapevole delle problematiche legate al mondo dell’automotive, ha all’ Europa neutralità nell’approccio alla conversione di una mobilità sostenibile. Poche ore fa su una accreditata testata francese Les Echos, si è letto “Stellantis si sta preparando attivamente a posticipare il suo obiettivo di offrire solo auto elettriche in Europa entro il 2030“, a comprova del fatto che l’ibrido sul mercato europeo può rispondere meglio che l’elettrico.
E’ il principio della domanda che vale e l’elettrico non convince i consumatori. “L’obiettivo del 100% elettrico entro il 2030 non è più rilevante“, ha affermato a Les Echos a una fonte a conoscenza delle discussioni all’interno della prima linea manageriale guidata oggi dal presidente John Elkann. Di sicuro, dati i numeri, è probabile una inversione di tendenza e un ritorno al passato. E’ chiaro che gli italiani non vogliono investire in EV e continuare questo braccio di ferro non è utile a nessuno.
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