Che il settore automotive stia vivendo tempi duri è cosa ovvia, ma in alcuni casi la situazione sta sfuggendo di mano. I dettagli.
Il mercato dell’auto è al collasso, e ciò provoca una serie di reazioni a catena che vanno a riflettersi negativamente sulla produzione. In questi ultimi anni, centinaia di migliaia di dipendenti sono stati licenziati dai vari costruttori, investiti da una crisi che non ha precedenti nel mercato delle quattro ruote. Anche in Italia, purtroppo, la situazione non è rosea, visto che ormai Stellantis non arriva neanche più a produrre mezzo milione di veicoli ogni anno.
Come ben noto, la gran parte del mondo è in grave crisi, tranne la Cina, che sta crescendo facendo leva sul tracollo dei marchi occidentali. La vecchia regina del mercato, ovvero la Germania, è in caduta libera, come confermato dai tanti fallimenti delle industrie di componentistica, che si riflettono in migliaia di licenziamenti. Ora arriva la notizia di altri tantissimi tagli che arrivano dagli USA, decisi da un brand che ha evidentemente bisogno di alleggerire i propri bilanci. Andiamo a scoprire cosa è stato appena reso noto.
Volvo, annunciati 800 licenziamenti negli USA
La notizia era nell’aria da qualche settimana, ma ora è stata resa ufficiale. Volvo ha annunciato il licenziamento di un numero di persone comprese tra le 550 e le 800 unità negli USA, precisamente, in tre stabilimenti d’oltreoceano. Il motivo? La troppa incertezza sul mercato e le preoccupazioni legate al programma dei dazi doganali di Donald Trump, di cui tanto si parla in queste settimane. Gli impianti sono quelli di Mack Trucks a Macungie, in Pennsylvania, quello di Dublin in Virginia e di Hagerstown, nel Maryland.

Volvo ha quasi 20.000 dipendenti nel Nord America, ma ora c’è bisogno di iniziare ad alleggerire il bilancio, a causa delle tanto discusse politiche commerciali di Trump. Volvo, che dal 2010 è parte della cinese Geely, teme un calo dei profitti, ed ha deciso di muoversi in questa direzione. Il taglio di 800 lavoratori non è una mossa di poco conto, che mette in allerta anche chi si è per ora si è salvato da questo piano di tagli.