Dalla Cina arrivano parole molto dure sulle auto elettriche e sul vantaggio del paese del Dragone, che ha un discreto gap sui rivali.
Le tecnologie cinesi hanno iniziato da tempo a creare un bel gap di vantaggio sull’Europa, che su molti aspetti è rimasta indietro, perdendo terreno fondamentale. Al giorno d’oggi, le auto elettriche del paese del Dragone sono avanti dal punto di vista tecnologico e costano molto meno, risultano ben più accessibili alla clientela. Inoltre, in Cina è già stata raggiunta la parità di prezzo tra termiche, ibride e BEV, un risultato eccezionale e che rende bene l’idea della situazione attuale.
Le case cinesi, anche grazie ad alcuni sussidi statali, hanno investito enormemente nel settore, producendo un chiaro margine di guadagno in termini di produzione delle batterie. Costruire le auto elettriche in Cina costa meno, e permette di tenere più bassi i prezzi di vendita. In tal senso, dalla BYD è arrivato un vero e proprio avviso alla concorrenza europea, ed i costruttori nostrani non possono di certo dormire sonni tranquilli. I cinesi non scherzano affatto e vogliono conquistare, passo dopo passo, il mercato dell’occidente.
Auto elettriche, la Cina sa di essere in grande vantaggio
Nel corso di un’intervista rilasciata alla TV cinese, Wang Chuanfu, CEO di BYD, ha esaltato le tecnologie ed i processi produttivi che ci sono dietro alle auto ad emissioni zero che provengono da questo paese. A suo parere, i veicoli elettrici cinesi hanno un vantaggio di circa 3-5 anni rispetto agli altri, sia come prodotti che come tecnologia e produzione industriale. In sostanza, il vantaggio è ampio su tutta la scala, e le sue parole, pronunciate dopo un incontro con il presidente Xi Jinping ed altri membri del vertice del settore tecnologico hanno sottolineato il fallimento delle politiche protezioniste.

Ricordiamo, infatti, che nel 2023 la Cina ha superato il Giappone che maggior esportatore di auto a livello mondiale, e questo nonostante dei dazi al 17% applicati dall’Europa all’epoca. Ad oggi, i dazi sono saliti al 35% più la quota base del 10%, e del 25% negli USA con Donald Trump, ma la Cina non si lascia impressionare. Le case orientali sono intenzionate a fare il loro mestiere per il meglio, e vogliono conquistare la clientela a suon di tecnologie raffinate e prezzi contenuti. Questo mix sta fruttando notevoli guadagni ai colossi cinesi, che ora mirano all’avanzata decisiva dalle nostre parti.