Andiamo a scoprire cosa c’è dietro il mondo della Formula E, campionato elettrico che ora va verso la fine della stagione.
In un week-end soffocante, la Formula E ha fatto tappa a Roma, per il penultimo fine settimana di questa stagione prima del gran finale di Londra. Come detto, il grande protagonista è stato il caldo estremo, e questo può aver influito anche su un vero e proprio flop di pubblico.
Rispetto alle edizioni del passato, infatti, sulle tribune era presente molto meno gente, ma con temperature che hanno sfondato i 40 gradi era normale che ciò accadesse. Dalle due gare capitoline ne è uscito alla grande Jake Dennis, che ora è ad un passo dal titolo mondiale.
Il pilota dell’Avalanche Andretti ha sfruttato l’incidente che c’è stato tra Mitch Evans con la Jaguar e Nick Cassidy con l’Envision, che ora dovranno fare un miracolo per rifarsi sotto. A questo punto però, andiamo a scoprire i segreti di questa Formula E, che presenta delle auto molto interessanti dal punto di vista tecnico.
La stagione attuale della Formula E ha visto il debutto delle vetture della Gen.3, quelle più moderne e potenti, con delle differenze enormi rispetto al passato anche a livello di design. Le nuove vetture hanno una forma a cuneo, con un peso che si è ridotto di ben 60 kg, scendendo da 900 ad 840 kg, favorendone e non poco l’agilità nei tracciati cittadini dove si corrono praticamente tutte le gare.
Per ciò che riguarda la tecnica, i motori elettrici che spingono le Formula E sono due, con quello posteriore che è in grado di sprigionare una potenza massima di 470 cavalli, pari a 350 kW, un aumento di ben 100 kW rispetto a quelle dello scorso anno, mentre il motorino anteriore ha uno scopo differente.
Infatti, esso serve per massimizzare la frenata rigenerativa dell’energia, ed ha una potenza di 250 kW e può raggiungere un recupero massimo di ben 600 kW. Per farvi capire quanto queste vetture siano efficienti, pensate che riescono a percorrere la stessa distanza con il 60% delll’energia che veniva usata dalle Gen.2. Le batterie sono riciclate e prodotte dalla Williams, ed hanno una capacità lorda di 47 kWh.
Per quello che riguarda il telaio, troviamo una monoscocca in fibra di carbonio in materiale composito a nido d’ape, e la monoposto nasce da una collaborazione tra la Spark, la Dallara e la suddetta Williams per ciò che riguarda la parte delle batterie. La velocità massima, secondo quanto dichiarato, può toccare i 322 km/h, anche se in gara, per via dei rettilinei molto brevi dove si corre, tale picco non è mai stato raggiunto durante le sfide.
La Gen.3 ha migliorato e di parecchio le performance, con tempi che sono scesi anche di 4-5 secondi su varie piste rispetto al passato. Lo spettacolo, grazie a duelli e sorpassi, non è mai mancato, anche se questa categoria continua a non catalizzare l’attenzione del pubblico, ed anche a Roma non c’è di certo stato il pienone.
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