Annunciato il piano Stellantis sull’elettrico: cosa non vedremo mai

A chiusura di un ottimo anno per Stellantis il CEO Tavares detta i programmi per il futuro del Gruppo e svela la strategia che adotterà.

In una fase di forte crisi dell’automotive qualcuno può comunque festeggiare. In barba ai dati globali del settore, che lo scorso anno hanno registrato un calo netto delle vendite, Stellantis non solo ha segnato un +2,20%, ma ha altresì ottenuto ricavi per 179,6 miliardi di euro, ovvero il 18% in più rispetto al 2021, per merito dei prezzi favorevoli e dell’ampia scelta di modelli. Numeri talmente positivi e al di sopra delle attese da aver portato la dirigenza a premiare i dipendenti con un bonus da ben due miliardi di euro per il loro contributo nella crescita finanziaria e di presenza sul mercato del Gruppo.

Il CEO di Stellantis Carlos Tavares (Ansa Foto)
Il CEO di Stellantis Carlos Tavares (Ansa Foto)

Con questo bel risultato in tasca, la joint venture punta ora ad un altro importante step. Quello di rafforzare il comparto dell’elettrico, oggi zoppicante per i costi. La gente, infatti, impaurita da una tecnologia ritenuta ancora immatura e dalle alte somme richieste dai concessionari per le zero emissioni, sta continuando a preferire le vetture alimentate a benzina e a diesel.

Come dichiarato chiaro e tondo dall’amministratore delegato Carlos Tavares nel corso della conferenza di commento al suddetto report, il 2023 dovrà rendere inutili gli incentivi attraverso una politica di accessibilità ai veicoli al 100% verdi.

Stellantis celebra un 2022 da record

Nei giorni scorsi l’Unione Europea ha confermato il divieto di vendita di automobili a motore endotermico a partire dal 2035. Un tema caldo , che sta mettendo in allarme anche i grossi costruttori. Così come l’imposizione di più stringenti limiti riguardo le particelle di CO2 tramite le Euro 7.

La decisione di passare al full electric è stata degli Stati, non dei produttori“, ha attaccato. “E purtroppo queste macchine senza agevolazioni, sono ancora troppo costose per la classe media. La sfida sarà trovare il modo di incentivarne l’acquisto evitando gli sconti“.

Seppure il Gruppo nato dall’unione di FCA e PSA sia andato forte anche sotto il profilo dei mezzi meno inquinanti con un +41%, il manager di Lisbona ha preso d’esempio la Germania, dove non appena il Governo ha stretto i cordoni della borsa, la domanda delle auto elettriche è diminuita drasticamente.

Ancora più duro è stato il suo commento in merito alla normativa che impone per i propulsori a gasolio, un ulteriore abbattimento delle emissioni NOx. Sposando l’opinione dell’ad di Volkswagen Thomas Schäfer, e più di recente del capo di Renault Luca De Meo, il 64enne ha tacciato il provvedimento di “inutilità, in quanto oltre ad essere dispendioso a livello economico, non porta benefici di alcuna sorta“.

Polemiche a parte, l’imprenditore pilota per diletto, ha annunciato che FIAT produrrà due veicoli a spina. Il primo, del tutto simile alla Jeep Avenger, prenderà forma nei padiglioni polacchi di Tychy.

Guai però avvicinare Stellantis all’idea di accorpamenti low cost. “I nostri core brand hanno un posizionamento chiaro. Quindi al massimo faremo in modo di rendere i nostri esemplari alla portata un po’ di tutte le tasche“, ha infine chiosato escludendo la creazione di una sorta “sottomarca”, come era stata la Dacia per Renault nella prima parte degli anni 2000.

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