Un compleanno tondo, un nome che emoziona, una sigla che profuma di officina e passione: in riva al lago, a Schiranna, qualcosa si muove. La storia della Brutale torna a bussare, e lo fa con quel tono basso e metallico che solo certe motociclette sanno avere.
Venticinque anni fa la prima MV Agusta Brutale cambiò il senso di “naked”. Telaio a traliccio e piastre lavorate, corpo compatto, postura da strada, anima da pista. Il disegno di scuola Tamburini portò stile e sostanza. Lo si capiva dal faro ovale incastonato nel muso, dal serbatoio scolpito, dal retro corto. La Brutale non chiedeva permesso. Arrivava e occupava la scena.
Ricordo la prima che vidi, rossa e argento, parcheggiata davanti a un bar. La gente non le girava attorno: le stava davanti, di lato, in ginocchio. Cercava i dettagli. Da allora, la famiglia è cresciuta: tre e quattro cilindri, cilindrate diverse, aggiornamenti elettronici, aerodinamica integrata. Ma l’impronta è rimasta. Una moto fatta per farti alzare lo sguardo, e poi il ritmo.
Ora quel DNA incontra il suo 25° anniversario. E la casa di Schiranna prepara la nuova Brutale Serie Oro 2026. Il punto è semplice: “Serie Oro” in MV significa tradizione di edizione limitata, materiali nobili, componenti racing, lavorazioni maniacali. Nel 2019, per esempio, la Brutale 1000 Serie Oro fu prodotta in 300 esemplari, con ampia fibra di carbonio, bulloneria in titanio, cerchi forgiati, sospensioni Öhlins elettroniche e freni Brembo d’alto livello. Dati verificabili nei comunicati ufficiali MV Agusta e nelle presentazioni a EICMA (riferimenti: mvagusta.com e eicma.it).
Per il 2026, MV non ha ancora diffuso una scheda tecnica ufficiale. Non esistono, al momento, numeri certificati su potenza, peso, quantità di pezzi, prezzo o piattaforma precisa. È corretto dirlo chiaro. Ma l’esperienza aiuta a leggere il copione: se la base sarà la piattaforma 1000, aspettatevi un quattro in linea con elettronica IMU a 6 assi, ABS cornering, quickshifter bidirezionale, controllo di trazione e di impennata, mappa motore fine e una cura aerodinamica con convogliatori che generano downforce ai medi. Se la scelta ricadesse sulla famiglia tre cilindri, la ricetta cambierebbe il timbro, non il senso: leggerezza, prontezza, componenti top. In entrambi i casi, la Serie Oro tende a ridurre grammi, lucidare la risposta, impreziosire ogni dettaglio.
Parliamo di tocchi concreti: piastre di sterzo ricavate dal pieno, leve e pedane regolabili, verniciature a basso spessore, targhetta numerata, sella dedicata, cablaggi ottimizzati. E un suono pulito, compresso, mai volgare. Chi ha guidato una Serie Oro lo sa: non è solo più forte, è più tesa, come una corda di violino ben accordata.
Un cenno storico sul prezzo? La Brutale 1000 Serie Oro MY2019 superava i 40 mila euro. Utile come riferimento, non come previsione: la quotazione 2026 non è ancora nota e potrebbe differire in modo sensibile.
Se vi interessa la fonte ufficiale, tenete d’occhio il newsroom di MV (mvagusta.com) e il calendario di EICMA: le celebrazioni e le “prime” amano la luce di Milano. Nel frattempo, la domanda resta lì, sospesa. Che forma avrà il suono della Brutale quando compirà venticinque anni? Io spero in un colpo di gas al tramonto, con quel ring luminoso del faro che sembra un battito. Siete pronti ad ascoltarlo davvero, senza fretta?
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