La Vespa è un vero e proprio mito italiano, ed una sua storica avversaria aveva prodotto l’arma per tornare a sfidarla. Ecco il modello che voleva mettere in seria difficoltà il Vespone.
Il 23 di aprile del 1946 fu brevettata la prima Vespa in assoluto, per mano del grande ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio. Il disegno di questo mito assoluto del mondo delle due ruote, nonché simbolo della bellezza e dell’esclusività del Made in Italy si deve a lui e ad Enrico Piaggio, che aveva compreso l’importanza di realizzare un mezzo economico ed alla portata di tutti, in un momento in cui l’Italia era distrutta dalla crisi del dopoguerra.
La Vespa è ancora oggi amatissima e Piaggio continua a realizzarne varie evoluzioni, sempre al centro dei desideri degli appassionati. Nella giornata odierna, vi proponiamo la storia della Lambretta 200 X Special, che si candidò al ruolo di sfidante dello scooter del gigante di Pontedera. Fu svelata al mondo nel marzo del 1966, negli stabilimenti di Lambrate, alle porte di Milano. Era dotta di una buona potenza e di freno anteriore a disco, ma la sua produzione non durò a lungo.
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La Lambretta 200 X Special era la risposta del marchio della famiglia Innocenti alla Vespa 180 Super Sport, e la potenza era davvero importante. Era dotata di fregi in alluminio lucidato, sella rosso cardinale e di colorazioni bicolori per i mercati esteri. Il motore era un monocilindrico 2 tempi da quasi 200 cc di cilindrata ed 11 cavalli di potenza massima, in grado di toccare fino a 107 km/h, alimentato a miscela al 4%. Si trattava dello scooter di serie più potente che era mai stato costruito sino alla metà degli anni Sessanta, un vero e proprio capolavoro.
Uno dei segreti di questa Lambretta era la stabilità, grazie a delle sospensioni che assolvevano al meglio i loro compiti, ma anche il comfort per chi era in sella ed il passeggero non furono sacrificati. Inoltre, c’era un freno a disco anteriore meccanico ed efficace. Ottimi i consumi, che toccavano quota 30 km/l in guida turistica, sui 20 in città e sui percorsi più veloci. La linea era elegante ma comunque sobria, ma la produzione durò solo per tre anni, terminando dopo aver assemblato circa 20 esemplari prodotti in questo periodo.
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