Un nuovo motore è pronto ad irrompere sulla scena globale, con delle prestazioni fuori dal comune. Ecco chi sta lavorando alla sua produzione e perché può potenzialmente spaccare in due il mercato.
Lo sviluppo dei motori prosegue a spron battuto in un mercato dell’auto che vive un momento economicamente drammatico. Sono pochi i brand che possono dirsi soddisfatti del loro giro di vendite attuale, ma gli investimenti non possono fermarsi. Nella giornata odierna, vi parleremo del nuovo motore su cui sta lavorando la Toyota, che sembra puntare a livelli di efficienza e potenza davvero eccezionali.
Poco più di un anno fa, il colosso giapponese ha annunciato l’avvento di una nuova famiglia di motori a combustione interna a quattro cilindri, confermando la propria grande fiducia nel termico. Si tratta di unità da 1,5 e 2,0 litri, con l’obiettivo di raggiungere livelli eccezionali sia sul fronte dell’efficienza che della potenza. Il motore da 2,0 litri è stato infatti sviluppato da Toyota Gazoo Racing, ovvero la divisione sportiva del colosso nipponico, che cura i programmi nel FIA WEC e nel mondiale rally. Andiamo a scoprire i segreti del motore, montato sul concept GR Yaris M.
Una versione molto potente del nuovo motore giapponese è il G20E, che è stato montato sopra l’asse posteriore della concept di casa Toyota. Con l’aggiunta di un turbocompressore IHI, raggiunge la potenza massima di 450 cavalli, ma i tecnici nipponici vogliono fare ancora di meglio. Ed infatti, secondo quanto dichiarato ad “Auto Motor und Sport“, potranno raggiungere senza problemi più di 600 cavalli con un turbocompressore più grande. Insomma, stiamo parlando di livelli di potenza molto elevati, anche se per il raggiungimento di una cavalleria così spinta, potrebbero esserci dei problemi. Non ci stiamo riferendo a potenziali problematiche di affidabilità, ma normative sempre più severe.
La potenza di oltre 600 cavalli è infatti più di due volte superiore a quella di modelli come la Toyota Yaris, la Toyota GR Corolla e Lexus LBX Morizo RR. Il nuovo motore potrebbe essere costretto ad essere castrato per non infrangere le normative e limitare così le emissioni di CO2. In questo caso, la potenza verrebbe drasticamente abbassata, ma riuscendo comunque a raggiungere, in alcuni casi, picchi di quota 500 cavalli. Vedremo sin dove riusciranno a spingersi i tecnici del colosso giapponese, chiamati ad un duro lavoro nel corso dei prossimi mesi.
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