Sono stati bloccati i piani finanziari di ben 15 tratte autostradali. Sono stati ritenuti troppo costosi, creando il panico tra le istituzioni.
Ci hanno provato in tanti ad intaccare la posizione di forza della famiglia Benetton negli anni scorsi. La sanzione secondo molti più giusta, dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova, sarebbe la revoca della concessione di Autostrade per l’Italia alla famiglia di imprenditori trevigiani, fondatrice nel 1965 dell’omonima azienda di abbigliamento.
Il ponte è stato ricostruito in tempi record ma occorre fare giustizia. Alle ore 11:36 di martedì 14 agosto 2018, l’intero sistema bilanciato della pila 9 del ponte ligure collassò, provocando 43 morti e 566 sfollati. Lo Stato, dopo la richiesta fatta al Parlamento per dare finalmente poteri sulle concessioni autostradali in essere all’Autorità dei Trasporti, avrebbe già potuto avere un ruolo determinante nell’estromissione della famiglia Benetton.
Il problema è che il concessionario vincitore di una futura gara dovrebbe pagare al predecessore una cifra monstre, ovvero 1 miliardo e 232 milioni. In sostanza si è creato un ostacolo insormontabile per i nuovi operatori. Un bel problema per l’ingegner Sergio Moschetti, il nuovo direttore generale del ministero dei Trasporti per le autostrade e la vigilanza sui contratti di concessione arrivato all’inizio del 2025 dall’Inps. La concessione della Torino-Milano scadrà nel 2026.
Le 15 tratte autostradali per le quali i piani economici finanziari non sono ancora stati accolti (quattro di Aspi e sette di Gavio più Brescia-Padova, Milano Serravalle, Alto Adriatico della Regione Friuli-Venezia Giulia e Cav-Concessioni Autostradali Venete) eccedono di 27,8 miliardi i piani finanziari attuali. La richiesta fatta è molto alta. Mediamente 6,4 milioni in più a chilometro della rete già esistente; da 920 milioni a chilometro per la Milano Serravalle fino a 11,4 milioni per la Tangenziale di Napoli (Aspi). Il ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini dovrà presto pronunciarsi. La questione è delicata e non si vede all’orizzonte una facile via d’uscita.
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