Il marchio Nissan, sempre più in crisi, starebbe valutando la possibilità di accettare un’altra proposta di un major del Paese del Sol Levante.
Tempesta perfetta in Casa Nissan, sull’orlo del baratro. Nel 2013, Nissan era la sesta casa automobilistica più grande del mondo, dopo Toyota, General Motors, gruppo Volkswagen, Hyundai Motor Group e Ford. Nel 2015, quando Carlos Ghosn era ancora al comando, l’obiettivo era ambizioso: raggiungere quota otto milioni di veicoli venduti all’anno, attraverso pesanti investimenti in produzione e personale. Per l’anno fiscale 2024 (dal 1° aprile 2024 al 31 marzo 2025) si sono fermate a 3,3 milioni di unità.
Il 23 dicembre 2024 Nissan e Honda avevano firmato un memorandum d’intesa per esplorare l’ipotesi di una fusione che non è andata a buon fine, con il rischio di tagli ai lavoratori, 20.000 posti di lavoro in meno. Toyota, che per il quinto anno consecutivo si è confermato il più grande costruttore automobilistico al mondo, detiene già partecipazioni in diversi marchi giapponesi: il 20% di Subaru, il 5,1% di Mazda, il 4,9% di Suzuki e il 5,9% di Isuzu, ha contattato Nissan per “sinergie” e visioni comuni, con l’obiettivo di trasformare il Giappone in una “leading global mobility company”.
La voce è emersa sul quotidiano nazionale giapponese Mainichi Shimbun. Questa possibilità potrebbe salvare Nissan che, nel giro di pochi anni, ha avuto un declino impressionante, facendo ombra sulla sua stessa storia, che vale la pena ricordare. L’azienda fondata da Aikawa iniziò a dedicarsi alla produzione di automobili solo sul finire del 1933: il nome Nissan nasce proprio in quel periodo, quando la Borsa di Tokyo, per abbreviare il nome Nihon Sangyo, decide di fondere le prime lettere di ogni parola. Durante i suoi primi anni la Nissan si concentra sulla produzione di vetture a scopo bellico ed inizia i suoi primi contatti con il mondo automobilistico occidentale, realizzando sotto licenza per il gruppo britannico Austin.
Durante gli anni ’60, dunque, la Nissan decide di esportare massicciamente i suoi prodotti, adattati per il mercato estero e specialmente per quello americano. L’azienda giapponese non accenna a fermarsi neanche nel decennio successivo: è proprio durante gli anni ’80 che nasce la prima generazione di quello che probabilmente è il modello più riconosciuto del marchio Nissan, la Micra. Quella degli ultimi trent’anni è storia contemporanea. Forte delle sue radici speriamo che Nissan con Toyota trovi i vecchi equilibri e nuove idee.
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