La Moto Guzzi Le Mans è una delle moto più amati dagli appassionati di due ruote, ma c’è ancora qualche dubbio. Ecco la situazione.
La storia del brand Moto Guzzi è ricca di modelli entrati nella storia, che gli amanti del mondo delle due ruote non possono proprio dimenticare. Uno dei gioielli più amati è la Guzzi Le Mans, prodotta tra il 1976 ed il 1993 ed il cui nome è dedicato alla mitica gara di 24 ore che viene corsa sul tracciato della Sarthe, sia con le auto che con le moto. L’originale 850 Le Mans degli anni Settanta era una café racer, dotata di semimanubri e di un capolino bikini.
In seguito, arrivarono importanti aggiornamenti, che la trasformarono in una moto da turismo sportivo, con una carenatura di tre quarti. Si trattò di un modello di grande successo, che però non viene più prodotto dai primi anni Novanta, dopo una carriera lunga oltre un decennio e mezzo. Proprio per via del gran blasone ottenuto da questa moto, sono tanti gli appassionati che sognano il ritorno della Moto Guzzi Le Mans, ma pare che il gruppo Piaggio, proprietario della casa di Mandello del Lario, non sia troppo d’accordo.
Tra coloro che sono maggiormente vogliosi di rivedere in azione la Moto Guzzi Le Mans c’è Oberdan Bezzi, che nel corso degli anni ha proposto tante idee relative a questo progetto. Tuttavia, pare proprio che il gruppo Piaggio non voglia dargli ascolto, puntando su diversi modelli. La moto originale fu presentata nel 1975 ad EICMA, ed era spinta da un motore V2 da 850 cc di cilindrata, e fu prodotto in 7.036 esemplari nella prima generazione, realizzata sino al 1978. Sin da subito, si dimostrò un grande successo, e tale restò sino al 1993, anno in cui ne fu interrotta la produzione.
Il designer Bezzi ha da tempo avviato progetti interessanti nella speranza di portare la Piaggio a sviluppare una nuova Moto Guzzi Le Mans, sfruttando come base modelli come la Bellagio 940 e la V100, passando anche per la V85TT. Recentemente, Bezzi ne ha immaginata una basata sulla V 100 Mandello, ed il risultato è la Le Mans che vediamo in queste foto. Cupolino snello, codone monoposto e serbatoio di dimensioni contenute sono i suoi segreti, con telaio e motore invariati. La speranza è che, in un futuro non troppo lontano, il colosso di Pontedera possa ascoltare l’appassionato designer.
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