La FIAT ha prodotto auto entrate nella storia, divenendo dei veri e propri punti di riferimento nel mondo delle quattro ruote. I dettagli.
Il marchio FIAT non vive un momento felice, così come la quasi totalità di chi fa parte del gruppo Stellantis, a causa di una serie di scelte strategiche che non hanno portato ai risultati sperati. Il riscatto è affidato alla nuova Grande Panda, un SUV di Segmento B che verrà prodotto in Serbia, a Kragujevac, e dalla quale seguiranno una generazione di modelli ibridi ed elettrici, senza dare più spazio al diesel.
La casa di Torino ha ormai chiuso le porte a questo tipo di alimentazione, così come già fatto con il GPL ed il metano. La FIAT di cui vi parleremo oggi era a gasolio, e risultava essere la regina dei consumi. Su questo fronte, il motore diesel è da sempre un punto di riferimento, ma negli ultimi anni è finito sotto accusa per via delle eccessive emissioni di CO2 che derivano da questo propulsore, a cui i costruttori hanno iniziato a voltare le spalle. Ma la vettura in questione fu un vero e proprio gioiello.
Andando nei dettagli, la FIAT Uno fu un successo eccezionale, tale che un italiano su quattro la acquistò, ed entrando nei particolari, introduciamo le caratteristiche della Uno D, la versione a gasolio. Si trattò di un’auto davvero storica, essendo la prima in assoluto della casa di Torino ad essere spinta dal motore diesel, prodotta dal 1984 al 1989. Il motore era lo stesso della 127, che venne sostituita proprio dalla Uno, e che aveva un’efficienza notevole.
Nello specifico, il motore era un aspirato da 1.031 cc di cilindrata con 45 cavalli di potenza massima a 5.000 giri al minuto, con un picco di coppia di 77 Nm a 3.000 giri al minuto. Gli allestimenti disponibili erano due, quello base e l’S, che aveva alcune aggiunte e risultava essere più ricco. La FIAT Uno D percorreva la bellezza di 21,2 km con un litro, o 4,7 litri per 100 km, il che significa che era ben più efficiente di un gran numero di auto ibride odierne. Per questo fu un successo eccezionale, segno del gran lavoro svolto all’epoca dalla casa piemontese.
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