Donald Trump ha imposto dei dazi doganali sulle auto importate negli USA. Ora i marchi si fanno sentire contro il Tycoon.
I primi mesi dell’esecutivo diretto da Donald Trump negli USA hanno scatenato polemiche e critiche, soprattutto a causa dell’imposizione dei dazi doganali. Grandi preoccupazioni sono legate al settore automobilistico, che già di per sé vive degli anni difficili, a causa dell’aumento dei costi di produzione, che hanno poi impazzato sui prezzi di listino, allontanando i clienti dall’acquisto di veicoli nuovi.
Trump ha imposto dazi al 25% sui veicoli che vengono importati negli USA, cercando di invitare i costruttori alla produzione nel territorio statunitense, una notizia che ha gettato nel panico tutto il mercato automotive. Una serie di marchi ha scelto di farsi sentire, con l’obiettivo di convincere il Tycoon a rivedere i propri piani, perché c’è il serio rischio che l’intero settore possa collassare. Nel caso in cui dovessero scattare fallimenti e licenziamenti, ci troveremmo di fronte ad una situazione non più recuperabile.
Donald Trump ha fatto dei dazi uno dei punti fermi della sua campagna elettorale, che lo ha condotto al ritorno alla casa bianca. Una lettera firmata da Toyota, Volkswagen, Hyundai e General Motors ha però avvertito sull’esito che i dazi potrebbero avere sull’industria automobilistica: “I dazi sulle auto scateneranno un effetto domino che porterà a prezzi delle auto più elevati per i consumatori, vendite ridotte presso le concessionarie e renderà la manutenzione e la riparazione dei veicoli più costose. La maggior parte dei fornitori di auto non sono capitalizzati per un’interruzione improvvisa indotta dai dazi“.
In sostanza, da parte dei costruttori c’è una seria preoccupazione, che riguarda anche i posti di lavoro: “Molti marchi sono già in crisi, e c’è il rischio che la produzione si fermi, con fallimenti e licenziamenti all’orizzonte“. La lettera ès tata inviata al Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ma anche al Segretario del Commercio Howard Lutnick ed a Jamieson Greer. Al momento, non è stata chiarita quella che è la posizione assunta da Trump in merito a tale lettera e se arriveranno o meno risposte in tal senso.
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