La Casa teutonica, facente parte del Gruppo Volkswagen, si è resa conto di aver commesso degli errori sull’elettrico. La contromisura sarà un passo indietro termico per il prossimo SUV.
Alcune recenti decisioni di Porsche, hanno esposto la rinomata Casa automobilistica a un periodo sempre più negativo. Una situazione così difficile ha inevitabilmente costretto la multinazionale a prendere dei provvedimenti, quali tagli e licenziamenti. Tra le cause della crisi, i prezzi elevati ad aver reso il mercato cinese fortemente proibitivo e non più prospero come un tempo.
Per quest’anno Porsche ha comunque previsto un calo delle vendite e dei ricavi e a fronte di un utile operativo che nel 2024 è sceso a 5,6 miliardi. La Casa del Cavallino di Stoccarda ha confermato il piano di riduzione del personale da qui al 2029. Guardando al futuro, invece, nei prossimi mesi vedremo la nuova 718 che sarà esclusivamente elettrica. Nel 2026 sarà la volta della nuova Cayenne, anch’essa elettrica, anche se questo modello conviverà con l’attuale generazione ibrida plug-in e a benzina.
Punta di diamante sarà ancora una volta la Porsche 911 che, dopo aver montato per la prima volta nella sua storia un motore ibrido, si prepara ad accogliere nuove varianti. La Porsche Macan, invece, resterà esclusivamente elettrica. Oliver Blume, CEO del marchio, che in occasione della presentazione dei dati finanziari 2024, ha illustrato le strategie di prodotto per i prossimi anni: “Porsche ammette che valuterà una linea a sé stante nel segmento dei SUV con powertrain termici e ibridi“.
Il brand tedesco rivedrà la propria strategia, con la possibilità di vedere in futuro un nuovo SUV con propulsori termici e ibridi, sviluppati su una piattaforma comune con altri modello del Gruppo Volkswagen, magari la PPC, che è già alla base della nuova Audi Q5. In ogni caso, la produzione di questa Porsche potrebbe avvenire nello stabilimento di Lipsia. I puristi chiedono un ritorno al passato per vivere nuovi roboanti emozioni termiche.
Anche nel bel mezzo di una super crisi, le ambizioni rimangono alte. Ci si attende, infatti, un rendimento pari al 20%. Percentuale che, se dovesse essere rispettata dai risultati ottenuti, risolleverebbe le sorti di un’azienda che ha vissuto anni migliori.
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