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Auto

La “mamma” della Smart che in pochi ricordano: un incrocio tra la ForTwo ed una FIAT Topolino

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Giovanni Messi

Oggi torneremo indietro nel tempo per parlarvi di quelli che furono i primi prototipi della Smart. Ecco da dove nacque il suo mito.

La rivoluzione che ha coinvolto il mercato delle auto nel corso degli ultimi anni ha portato molti dei costruttori a cambiare i propri piani, nel tentativo di adeguarsi ai nuovi standard di gradimento dei clienti. La Smart ha infatti trasformato la propria gamma attuale passando agli Urban SUV, vale a dire quei modelli che stanno, man mano, portando alla morte le vecchie utilitarie di Segmento A.

Smart ecco il racconto (Media Press) – Derapate.it

Rispetto al passato, quando era totalmente un brand Mercedes, ad oggi la Smart è per metà della casa di Stoccarda e per metà della cinese Geely, ed è forse anche per questo che si è scelto di puntare totalmente sui SUV e sui modelli full electric. Nella giornata di oggi, torneremo indietro per parlarvi dei primi prototipi della ForTwo, vale a dire il modello classico e più conosciuto a due posti.

Smart, scopriamo questi modelli dimenticati da tutti

Sul sito web “Motor1.com“, si è parlato delle origini dei modelli Smart, parlando dei due prototipi iniziali che, negli anni Novanta, diedero origine a questo progetto, che si rivelò poi assolutamente vincente. Questi modelli si chiamavano Eco Sprinter ed Eco Speedster, e la parola Eco non è messa lì a caso. Infatti, nelle idee iniziali doveva essere un marchio in grado di produrre auto di piccola taglia elettriche, anticipando, di fatto, i piani futuri.

Smart Eco Speedster in mostra (Media Press) – Derapate.it

Nel 1994, il progetto MCC, vale a dire Micro Compact Car, svelando questi due prototipi. Entrambe erano a trazione posteriore e spinti da motori a basso consumo energetico, con un cambio automatico, che 30 anni fa era molto meno frequente nell’utilizzo rispetto ad oggi. Si puntò su modelli così piccoli basandosi su quelli che erano i dati del mercato tedesco, secondo i quali, su ogni auto viaggiavano 1,2 persone. Dunque, era sensato puntare su un modello a due posti, soprattutto per la città.

Entrambe erano simili se non identiche a livello estetico, ma c’era una differenza sostanziale a livello meccanico. La Smart Eco Sprinter aveva un motore elettrico da 54 cavalli, la Speedster aveva un motore a benzina a tre cilindri. Nell’Eco Sprinter furono utilizzati materiali riciclabili per l’abitacolo, come dei pannelli solari integrati nel tetto per ridurre il consumo energetico. C’è da dire che si trattava di modelli innovativi.

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