La Volkswagen ha annunciato misure drastiche per uscire dalla crisi, ed ora i dipendenti si fanno sentire. Ecco le ultime novità.
La crisi del settore automotive tedesco è ormai cosa nota, ed a fare maggiormente notizia è la situazione che sta vivendo, al proprio interno, il gruppo Volkswagen. In base a quanto reso noto sino ad ora, saranno tre gli stabilimenti che verranno chiusi in Germania, cosa che mai era accaduta dal 1937 ad oggi, ovvero da quando questo colosso delle quattro ruote venne fondato. La spasmodica ricerca di una mobilità sostenibile ha condotto ad investimenti mirati sull’elettrico, che però non sono stati ripagati dalle scelte dei clienti.
A tutto ciò si è aggiunto un drastico calo generale delle vendite, ma è logico che il flop della gamma elettrica ID. sia stata quella che ha generato il caos odierno, e la Volkswagen continua ad investire sulle emissioni zero. Definirli autolesionisti, a questo punto, è sin troppo poco. A pagare, come al solito, sono i poveri lavoratori, con migliaia di licenziamenti che sono ormai all’orizzonte, ed in Germania sono iniziati gli scioperi e le mobilitazioni. Andiamo a scoprire cosa è accaduto in queste ore e quali stabilimenti si sono fermati.
Sono in corso alcune trattative tra i sindacati ed il management della Volkswagen, che per il momento non hanno portato a risultati di un certo livello. Ed è così che ben 9 stabilimenti in Germania si sono fermati, con le agenzie di stampa che parlano di uno sciopero iniziato lunedì 2 di dicembre, quando le linee di assemblaggio si sono fermate per due ore tra turno mattutino e quello pomeridiano. Ciò significa che sono state assemblate centinaia di vetture in meno nello stabilimento di Wolfsburg, dove lavorano la bellezza di 70.000 persone, ma anche ad Hannover ed a Zwickau ci si è fermati.
Ma cosa richiedono i lavoratori? Il sindacato IG Metall ha presentato una proposta per ridurre di circa 1,5 miliardi di euro il costo del lavoro, oltre ad una sospensione dei bonus per lavoratori, dirigenti e Consiglio di Amministrazione. Inoltre, c’è la volontà di creare un fondo che finanzi gli orari di lavoro ridotti nelle varie aree dell’azienda, ma pare che la Volkswagen abbia già rifiutato, ed è concentrata sulla chiusura di ben tre stabilimenti in patria. Dunque, la decisione è presa, e non è una questione di “se”, ma di “quando” a questo punto. Vedremo cosa accadrà in questi giorni.
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