L’industria dell’Automotive si sta sgretolando a causa di una politica che sta mettendo a serio rischio intere economie.
Da quando l’Europa ha annunciato che dal 2035 si sarebbero dovute vendere solo auto elettriche il car market è piombato in una crisi senza precedenti. Prima di tutto c’è da fare una valutazione sul rincaro di tutti i prezzi dei veicoli, non solo delle EV. Oramai cambiare un’auto è diventato un lusso per pochi. La crisi economica, acuita dalla pandemia da Covid-19 e dall’invasione russa in Ucraina, ha spinto molti automobilisti a non lasciare la strada vecchia per la nuova.
La priorità in Europa non è più quella di rivoluzionare il parco circolante, seguendo il diktat europeo. Si è creato un effetto opposto, ovvero godersi più possibile le attuali auto termiche. In tutto questo la Cina è cresciuto nel giro di pochi anni in modo esponenziale, superando anche l’industria americana 2.0 che vede in Tesla la massima rappresentanza. La politica di auto innovative e a un costo più basso rispetto alla concorrenza ha, letteralmente, distrutto i sogni di molti gruppi europei.
La flessione del colosso Volkswagen è un chiaro segnale dell’autogol epocale compiuto in Europa. Con una politica del lavoro diversa, a limiti della schiavitù, materie prime e tanti miliardi, l’offensiva cinese ha ridicolizzato le proposte europee a caro prezzo. Nel momento in cui l’automobile è passata da status symbol a smartphone su quatto ruote era scontato che il mondo intero sarebbe stato tentato di acquistare il prodotto low cost cinese e per di più i dazi hanno anche creato un effetto boomerang sul mercato.
Se un tempo in Asia c’era la tendenza ad acquistare auto straniere, con le politiche internazionali, inaugurate da Trump e dai vertici di Bruxelles, ora si prediligono vetture prodotte in Cina. Molti Gruppi europei sono corsi a ripari nel disperato tentativo di stringere accordi con i major cinesi, ma oramai il trend è chiaro.
I cinesi stanno comprando più auto cinesi e meno quelle europee, creando un danno enorme a quei marchi che pensavano di trovare terreno fertile a Est. Mercedes, VW con i vari sottomarchi, tra cui Audi e Porche hanno avuto una flessione importante nel 2024. La popolazione cinese di oltre un miliardo avrebbe scelto di rispondere ai dazi voluti in Europa e America con una controffensiva patriottica che sta già mietendo vittime. La presenza, inoltre, nel Vecchio Continente non si arresterà. Il CEO della divisione europea di BYD ha confermato l’intenzione dell’azienda di aprire un secondo impianto europeo nel 2025, dopo quello ungherese, aggirando anche il problema dei dazi.
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