L’Italia forse ha trovato la sua strada per i motori del futuro? Sembrerebbe così, dopo le ultime rivelazioni: addio benzina ed elettrico!
La sostenibilità è la nuova parola d’ordine del mercato automobilistico (e non solo, ovviamente), anche se le possibili soluzioni fanno ancora discutere. La produzione e la commercializzazione di auto elettriche è in grande crescita un po’ ovunque negli ultimi anni, ma ancora permangono gli automobilisti che non rinunciano ai modelli a benzina. E l’Italia, da questo punto di vista, rappresenta certamente un caso particolare.
Il nostro paese è infatti tradizionalmente refrattario ai cambiamenti, e qui le auto elettriche non hanno ancora convinto come avviene all’estero. È una storia nota e che ha motivazioni delle più disparate, non solo relativamente al “conservatorismo” degli automobilisti nostrani. Ed è anche vero che, mentre molte aziende straniere investivano sull’elettrico, la Fiat guardò altrove, ritardando di molto questa transizione, con problemi che vengono scontati adesso dall’intero settore.
Non è un caso che oggi il gruppo Stellantis faccia le sue fortune nel mercato dei veicoli a batteria soprattutto grazie alle altre case automobilistiche del suo gruppo, e principalmente fuori dall’Italia. Il nostro paese è ancora in bilico tra benzina ed elettrico, incerto su quale strada preferisca, ma ormai la conversione alle energie sostenibili è irrinunciabile e irrimandabile. Le ultime notizie, però, sembrano far pensare che una soluzione “italiana” al problema sia in vista.
Se sarà o meno una vera rivoluzione nel modo di costruire e alimentare le automobili, è ancora presto per dirlo, ma qualche speranza è lecita. La Marelli ha infatti brevettato il primo sistema di alimentazione per motori a idrogeno, che sfrutta iniettori ad alta pressione affidabili e silenziosi con le stesse dimensioni di quelli per i carburanti tradizionali. Questa soluzione potrebbe aprire finalmente il mercato delle auto alimentate a idrogeno, che vedrebbe l’Italia al centro della rivoluzione.
Marelli è infatti una storica azienda lombarda, anche se negli anni ha cambiato proprietà. Oggi fa parte dell’omonima holding multinazionale la cui sede si trova però a Saitama, in Giappone, anche se finanziariamente dipende dal fondo di private equity statunitense KKR. Il progetto del motore a idrogeno, però, è assolutamente italiano, essendo stato realizzato presso il Centro di Ricerca e Sviluppo dell’area di business Propulsion Solutions a Bologna.
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