Non è mai bello quando un incidente distrugge un’auto, anche se nessuno si fa male. Figuriamoci quando succede con un modello di valore enorme per gli appassionati come questo.
Una delle supercar più rare e potenti del mondo è andata distrutta in un incidente. Il suo vecchio proprietario, un uomo che di velocità se ne intende, non sarà certo contento di ciò che il nuovo pilota di questo bolide italiano è riuscito a combinare. Ma andiamo con ordine e vediamo la storia completa.
La Pagani Zonda, anche a distanza di una decina d’anni dal suo periodo di vendita, rimane una delle supercar più rare, costose ed amate dagli appassionati: dal genio del suo creatore Horacio Pagani che ha messo a frutto la sua grande esperienza nel mondo dei motori ed i propulsori AMG forniti dalla Mercedes, è nato un bolide incredibile per pochi eletti.
Oltre ad essere stata prodotta in poche centinaia di esemplari in tutte le sue varianti – cosa che porta il prezzo di alcuni esemplari specifici a milioni e milioni di dollari – la Zonda non è un’auto facile da guidare ed è consigliata a piloti esperti. Anche Lewis Hamilton che si è fatto costruire un modello su misura dalla Pagani prima di venderlo. Alla persona sbagliata.
La potente vettura usata a lungo dal pilota è una Pagani Zonda 760 LH – in cui la sigla sta per Lewis Hamilton naturalmente – che si distingue dalla supercar di base con motore V12 da 750 cavalli di potenza – per il cambio sequenziale a sei marce e la livrea viola. L’auto è notoriamente molto difficile da controllare come prova l’incidente che l’ha letteralmente distrutta.
L’incidente ha visto il nuovo proprietario dell’auto a cui Hamilton l’ha venduta anni fa per poco meno di dieci milioni di Euro coinvolto in uno scontro nel Pen-y-Clip Tunnel di Conway in Galles: il risultato è che l’auto è completamente da riparare, nonostante i robusti sistemi di protezione che il veicolo monta e che lo tutelano anche in caso di incidente ad alta velocità.
Non sappiamo molto sulla dinamica dell’incidente né sulle condizioni del pilota ma una cosa è certa: non era una cosa imprevedibile.
Del resto c’è un motivo se i piloti di Formula Uno si fanno fare le auto su misura dato che sono letteralmente gli unici uomini sul pianeta a poter tenere testa bolidi che chiunque altro non sarebbe in grado di guidare.
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