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Formula 1

Quella volta che Red Bull ha avuto bisogno di Ferrari: l’accordo che ha cambiato la F1

Published by
Francesco Domenighini

La Red Bull è oggi la più importante Scuderia in F1, ma c’è stato un tempo nel quale era solamente una piccola succursale della Ferrari.

Il dominio della Red Bull in F1 ormai è evidente a tutti quanti, con la casa austriaca che ha dimostrato la propria evidente superiorità ormai da tre anni a questa parte. Dopo il dominio di Sebastian Vettel dal 2010 al 2013 ora è iniziato quello di Max Verstappen.

In quasi 20 anni di storia è difficile aver trovato una Red Bull fuori dalle prime tre posizioni per quanto riguarda il valore in pista, ma gli inizi sono complicati per chiunque. Ecco allora che per un anno la Scuderia fu solamente una piccola succursale della Ferrari.

Ferrari Red Bull (Adobe)

La Red Bull debuttò nel Mondiale del 2005, anno in cui montò per la prima volta un motore Cosworth e che veniva così inserito all’interno della RB1. I piloti di quell’edizione erano David Coulthard, Christian Klien e per qualche gara corse anche il nostro Vitantonio Liuzzi.

Già da questa decisione si capì come la sua storia sarebbe stata direttamente legata a Inghilterra, Austria e Italia. Tutti i grandi progetti all’inizio hanno dei problemi e di sicuro la monoposto non fu competitiva.

Alla Red Bull non sono mai stati abituati ad accettare i fallimenti, per questo motivo venne cambiato subito il motore, con il Cosworth che venne così abbandonato per il passaggio nel 2006 alla Ferrari. I piloti rimasero Coulthard e Klien, anche se il terzo divenne l’olandese Doornbos, ma con il motore V8 056 2.4 la situazione iniziò a cambiare.

Red Bull con motore Ferrari: primo podio nel 2006

Si può dire dunque a tutti gli effetti che nel 2006 la Red Bull si trattava di una semplice succursale della Ferrari, con il Cavallino Rampante che lottava per il titolo contro la Renault. Durante la stagione gli sviluppi della casa austriaca furono importanti per capire le migliorie, ma la collaborazione ebbe i suoi frutti.

La stagione andò sicuramente molto meglio, anche se si trattava sempre di una Scuderia di ripiego nel circus. Klien riuscì a ottenere due volte l’ottavo posto, l’ultimo per la zona punti, ottenendo così due lunghezze in classifica, ma fu Coulthard a sorprendere.

In varie circostanze riuscì a entrare nelle prime otto posizioni, ma il capolavoro arrivò a Montecarlo. Il Principato è sicuramente un circuito molto particolare, dove superare è difficile, ma che regala grosse sorprese.

Già in qualifica la RB2 riuscì a ottenere un ottimo settimo tempo per poi superarsi in gara. Alla fine della prova Coulthard è quinto, ma si mette in una posizione che gli permette di superare ben due rivali.

Il primo è Jarno Trulli, con l’italiano che ha un problema idraulico a cinque giri dalla fine ed è costretto al ritiro, mentre il secondo colpo di fortuna derivò con la penalizzazione inflitta alla Honda di Rubens Barricchello, pilota che oggi continua a vincere.

In questo modo dunque il britannico poté così balzare in terza posizione e l’egemonia tra la Red Bull e la Ferrari permise alla casa austriaca di ottenere per la prima volta nella propria storia un podio.

Gli obbiettivi erano però di vittoria e la Red Bull sapeva che la Ferrari non avrebbe mai permesso di avere una succursale al suo livello. Nel 2007 passò dunque al motore Renault che avrebbe dato il via a una serie di trionfi.

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