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Moto

Superbike, i segreti del successo Ducati: fan a bocca aperta

Published by
Antonio Russo

Il campionato mondiale di Superbike ha entusiasmato i fan nella passata stagione. La Ducati è tornata sul tetto del mondo, grazie ad uno straordinario Bautista.

La Rossa di Borgo Panigale non ha dettato legge solo in MotoGP con Pecco Bagnaia. Nel campionato mondiale di Superbike la Ducati ha fatto la differenza con il pilota spagnolo Alvaro Bautista. Quest’ultimo è stato fenomenale in termini di costanza, piegando la resistenza di Rea su Kawasaki e Razgatlioglu su Yamaha. La SBK è uno dei campionati motoristici più seguiti al mondo, grazie alle gesta di fenomenali campioni.

Ducati Superbike (LaPresse)

Per molti anni si è immaginato il mondo della Superbike come serie B rispetto all MotoGP. Ad oggi non è un ripiego per i rider che non sono emersi nel Motomondiale. Le caratteristiche tecniche e molti tracciati sono diversi, ma proprio la peculiarità di un calendario strutturato su più round in ogni fine settimana ha fatto accrescere l’audience. All’estero i fan delle ruote sono pazzi delle battaglie sulle moto derivate da quelle di serie. Le tribune nelle tappe internazionali sono quasi sempre piene, essendo la terza categoria motoristica più seguita al mondo. Dopo anni molto noiosi con 6 riconoscimenti iridati consecutivi di Jonathan Rea su Kawasaki (2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020), negli ultimi 2 anni si sono succeduti due nuovi campioni.

Il turco Toprak Razgatlioglu su Yamaha ha battuto l’esperto rider nordirlandese, conquistando la sua prima corona in SBK. Il giovane non è riuscito a confermarsi nel 2022, sconfitto dall’esperto Alvaro Bautista su Ducati. I fan della casa di Borgo Panigale hanno potuto festeggiare un doppio riconoscimento, dopo il trionfo di Bagnaia in top class. Il torinese è stato autore di una rimonta epocale ai danni di Fabio Quartararo. In SBK la regolarità dello spagnolo è stata impressionante. Ciò che è accaduto è molto simile a quanto avvenuto in precedenza in MotoGP. Dopo il dominio targato Marc Marquez, in pista sono emersi tanti nuovi giovani affamati che hanno fatto la differenza.

Il 2022 è stato l’anno della Ducati che ha celebrato la tripla in top class con vittoria in classifica piloti, dei costruttori e dei team, mentre in Superbike si è affermata con Bautista. Quest’ultimo, nel massimo campionato delle moto di serie, ha smentito tanti detrattori. Dopo essere diventato campione del mondo nel 2006, nella classe 125, il classe 1984 si era un po’ perso. In MotoGP ha fatto molta fatica, non riuscendo ad emergere. In Superbike, nella passata stagione, ha spiccato il volo. La differenza tra le due categorie è notevole e si sostanzia proprio nell’aspetto tecnico del mezzo. I centauri della top class si sfidano su prototipi progettati appositamente per le gare della massima categoria del Motomondiale, senza una finalità produttiva.

Superbike, i tratti distintivi della categoria

I bolidi della SBK hanno alcuni componenti specifici per la pista, tuttavia di base sono simili a quelle che i marchi immettono sul mercato. Le moto hanno misure diverse rispetto a quello usate dai rider della MotoGP, essendo molto vicine a quelle stradali. Ducati, Honda, Yamaha, Aprilia e KTM hanno sviluppato dei bolidi funzionali alla ricerca della massima performance in MotoGP. Nella classe regina del Motomondiale tutto è elaborato, a partire dall’aerodinamica, per raggiungere velocità impressionanti.

La cilindrata delle Superbike può essere 1000cc a quattro cilindri oppure 1200cc a due cilindri. I bolidi hanno tra i 230 e i 250 cavalli e raggiungono sul dritto i 330 km/h. Le Superbike hanno una centralina specifica, una ciclistica perfezionata con forcelle e monoammortizzatore modificate nelle tarature interne. Da quando Max Biaggi si è trasferito dalla MotoGP alla SBK l’interesse per la categoria regina è esploso anche in Italia. All’estero l’audience è altissimo, specialmente in UK. Lo spettacolo in pista è assicurato anche da un format che tiene incollati gli spettatori.

Sin dal 1988, le tappe della Superbike sono state contraddistinte da due manche in ciascun weekend del calendario. Dall’inizio del mondiale 2019, Gara 1 e Gara 2 sono rimaste invariate, una al sabato e l’altra la domenica, ma è stato lanciato un terzo appuntamento, ossia Superpole Race, una gara sprint che ha avuto una incidenza importante a fini dell’assegnazione della corona. La Superpole si corre, come di consueto, il sabato mattina. La singola sessione con tutti i rider in pista dura 25 minuti. La qualifica stabilisce la griglia di partenza della Gara 1 del sabato e della Superpole Race del giorno successivo.

Per i fan è un vero spettacolo. La domenica mattina gli appassionati possono godersi la Gara Sprint di 10 giri che stabilisce i seguenti punti ai primi nove classificati: 12 per il primo, 9 per il secondo, 7 per il terzo, e così via scendendo di un punto per posizione. I primi nove rider sono anche i primi sulla griglia di gara 2 della sfida più importante della domenica pomeriggio. L’ordine dalla decima posizione in avanti, invece, è determinato dal risultato della Superpole del sabato.

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